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Immigrati, il giorno del giudizio PDF Stampa E-mail
Scritto da CodruBot   
Domenica 30 Maggio 2010 19:16
La Lega, con la persecuzione di immigrati e rom, ha messo l'Italia al centro di una negativa attenzione internazionale. E il ministro Sacconi che fa? s'inventa l'immigrazione circolare.

"È stato verificato che se d'un tratto si fermassero tutti gli immigrati, l’Italia – comprese la Lombardia e il Veneto – entrerebbe in crisi?", chiede il lettore Francesco Dallai nella sua lettera a Il Fatto del 27 maggio. È stato verificato,è certo. Si ferma tutto, e tutti lo sanno. Ma la realtà è un dettaglio che non distoglie mai la Lega dalle sue ossessioni. Con i suoi 3 o 4 stipendi a testa per ogni leader (Cota, eletto presidente del Piemonte, non ha mai dato le dimissioni dal Parlamento; quasi tutti i deputati e senatori della Lega sono anche sindaci, presidenti di Regione, assessori, consiglieri regionali, tutto alla fine, a carico di Roma ladrona) e non distoglie gli attentissimi “promotori della libertà”, che devono salvaguardare i voti leghisti per tenere in piedi Berlusconi, anche senza la Confindustria, anche senza l'ormai lontano tripudio delle folle.

Poiché la Lega, con la sua persecuzione degli immigrati e dei rom, ha messo l'Italia al centro di una severa e negativa attenzione internazionale, ecco che si fa avanti il ministro Sacconi, con una trovata abile e del tutto libera da scrupoli e preoccupazioni. Non sulla vita e la dignità degli immigrati, non sulla necessità delle imprese e della protezione lavoro italiano. No, l'unica preoccupazione di Sacconi è di non scontentare la Lega. Cito dal testo messo in Rete da Andrea Sarubbi, giornalista e giovane deputato del Pd: "Con l’adozione del permesso a punti il ministro Sacconi sta rivoluzionando l’approccio all’immigrazione con un semplice decreto attuativo. Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale, che pone l'Italia in linea con le legislazioni più avanzate al mondo’ (definizione degli autori su se stessi nella tradizione berlusconiana di auto-lodarsi, ndr). È il concetto di immigrazione circolare che il ministro va ripetendo da mesi. Secondo la dottrina Sacconi, infatti, lo straniero arriva in Italia con l'obiettivo di restarci il meno possibile: il tempo di lavorare e mettere da parte i soldi necessari per garantirsi un avvenire tranquillo nel suo Paese d’origine (...). Ma su 4 milioni e mezzo di regolari – ci fa sapere l’Istat – gli abbandoni di residenza sono nell'ordine di zero virgola, mentre cresce di anno in anno il numero di bambini stranieri che nascono nei nostri ospedali. Eppure, quello degli immigrati regolari di impresa che, ci dice l’ultimo rapporto Confartigianato di Mestre, nel 2009 sono schizzati a 600 mila, nonostante la crisi. Insomma, chi arriva rimane. (...). Ma, ammettiamo per assurdo che Sacconi abbia ragione. Anche in questo caso c'è un cortocircuito. Da un lato, chiediamo agli immigrati temporanei di essere cittadini perfetti per arrivare finalmente ai 30 punti necessari per il rinnovo. Dall'altro, ci aspettiamo che – una volta compiuto tutto questo percorso di integrazione – se ne tornino tranquillamente “a casa loro”, come se niente fosse. (...). I nostri partner europei sanno bene che il meccanismo richiede risorse adeguate. Lo sa la Spagna, i cui fondi per l'inclusione sociale ammontano a 300 milioni di euro. Lo sa la Germania che ha stanziato 700 milioni. In Italia, la prima Finanziaria di questo governo ha fatto sparire persino i fondi per i computer nelle scuole di italiano delle parrocchie. Dopo la favola dell'immigrazione circolare, prepariamoci ad ascoltare quella dell'integrazione a costo zero”.

“Aiutiamoli in casa loro” gridano i leghisti. E la Padania arriva a travestirsi da giornale missionario e pubblicando in ultima pagina immagini di villaggi africani “adottati” dall’Italia, purché gli abitanti giovani non si muovano di lì. Strano, perché Jamie Drummond, direttore esecutivo di One, l’organizzazione di aiuto all’Africa di Bono e Bob Geldof, dichiara quanto segue (Londra, 25 maggio): “Non si può consentire ai leader italiani di continuare a infettare il G7 ancora a lungo. Devono essere buttati fuori. La passività del governo italiano oscura il lodevole impegno inglese e americano”. Ma questa è solo una delle nostre truffe di governo, promesse fatte, vantate, negate. L’altra è il versamento dei contributi previdenziali degli immigrati. I cittadini stranieri sono tenuti a versarli per meritare i 30 punti. Ma poi sono trasformati in immigrati “circolari”: vanno via e lasciano tutto. Ma Bono e Geldolf non sono i soli ad essersi accorti del comportamento italiano due volte disumano (ma anche segnato da imbarazzanti falsità travestite da impegni internazionali, dalla sottoscrizione di indecorosi trattati, da leggi o decreti attuativi che sono un gioco delle tre carte come quello di Sacconi: impongono cambiamenti gravissimi ma rendono inutile il Parlamento).

C’è Amnesty International che accusa l’Italia per i morti in mare e il rifiuto preventivo di diritto d’asilo senza alcuna forma di scrutinio o verifica. Nel suo rapporto appena pubblicato, si ricorda la gravissima vicenda della nave turca Pinar (aprile2009):“I migranti sono stati lasciati al loro destino per 4 giorni, senza acqua né cibo, accampati sul ponte della nave”. Un episodio da 1939, che resterà nella storia contemporanea a illustrare il senso e il livello morale dell'Italia. È l’unico governo in Europa ad essere succube di un partito xenofobo, con un ministro dell’Interno “padano”. Scrive ancora Amnesty International: “A partire dal maggio 2009, le autorità italiane hanno trasferito in Libia migranti e richiedenti asilo, intercettati in mare sulla base dell’accordo di ‘amicizia, partenariato e cooperazione’,concluso nell’agosto 2008 tra Italia e Libia; e sul pattugliamento marittimo libico per mezzo di navi militari fornite dall’Italia. La Libia non è parte della convenzione sui rifugiati del 1951 e non ha procedura d’asilo. Secondo dati del governo italiano, 834 persone intercettate in mare sono state portate in Libia. Fra esse vi erano decine di donne, anche in stato di gravidanza, e molti bambini”.

Come si ricorderà, soltanto i deputati radicali e alcuni deputati del Pd hanno votato contro il Trattato con la Libia che prevede la consegna ai campi di concentramento di quel Paese degli immigrati intercettati in mare mentre tentano di venire in Italia. Amnesty International dice ancora nel suo Rapporto: “A gennaio il gruppodilavorodelleNazioniUnite sulla detenzione arbitraria ha segnalato in Italia la prassi di detenere sistematicamente migranti e richiedenti asilo, minori inclusi, senza considerare caso per caso se la detenzione sia necessaria e se abbia basi legali”. Il paesaggio dunque è questo: un quadro di nuove leggi incostituzionali che negano i trattati internazionali che impegnano l’Italia in tutti i campi della civiltà democratica, che si ispirano ad accordi gravi ed estranei al codice di condotta degli altri Paesi europei, l'introduzione del “reato di clandestinità” estraneo anche storicamente ai fondamenti del diritto. Tutto ciò genera un comportamento burocratico autoritario ed extra-giuridico, che spinge l’Italia sempre più ai margini della sua storia, civiltà e tradizione. Intanto si allarga lo scandalo, ma anche lo stupore per la sistematica distruzione dei campi nomadi che viene condotta di notte, con personale militare, terrorizzando donne e bambini, distruggendo le povere abitazioni con le ruspe e spingendo le centinaia di abitanti non a luoghi preparati e prestabiliti, ma in fuga per le strade e i campi delle estreme periferie urbane!

Perché tutte le raccomandazioni all’Italia da vari organismi sovranazionali hanno avuto risultati modesti? Gli esponenti di governo nella maggior parte dei casi le hanno liquidate con fastidio o hanno tentato di screditare le organizzazioni che le avevano avanzate, questo nonostante gli innumerevoli episodi di razzismo che si sono susseguiti in Italia”. È la testimonianza di Laura Boldrini, portavoce italiana dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, nel suo libro Tutti indietro (Rizzoli, 2010). La Boldrini si guarda intorno, nell’Italia leghista che è diventata il suo territorio di funzionario internazionale con il compito di salvaguardare diritti e vite umane, e ha questo da dire alla fine: “Uno dei nostri obiettivi è contrastare xenofobia e razzismo. Il mio è diventato un lavoro complicato, a volte, in alcuni contesti, veramente difficile” La reazione, definita “violenta” dalla stampa internazionale, del ministro degli Esteri Frattini, che era a New York quando i giornalisti lo hanno informato del Rapporto di Amnesty International, dimostra il livello a cui è sceso il Paese Italia.

Da il Fatto Quotidiano del 30 maggio
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Ultimo aggiornamento Domenica 30 Maggio 2010 19:21
 


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