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Discriminazione nel proprio paese? PDF Stampa E-mail
Scritto da Inga   
Martedì 20 Luglio 2010 17:09

Questo articolo è stato tradotto automaticamente
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L'articolo che segue non è altro che un breve panorama di quello che sta realmente accadendo ogni giorno in Moldova, sia a livello linguistico che sociale.

Discriminazione?

 In qualità di medico, pongo ad un paziente le seguenti domande: "Come sta? Cos'è che la disturba? Da quanto tempo ha questi sintomi? ". Dopo una pausa pesante, la paziente mi guarda stupita, dicendomi: "Eto za cito za discriminatia?" (in russo, ''Ma che razza di discriminazione è questa?''). Cercando di capire dov'è che l'ho  "discriminata",osservo nel suo sgurado il fatto che si è sentita quasi aggedita soltanto per il fatto che non l'ho salutata con "Zdraste" (in russo, ''Buongiorno'') e "Dosvidania"(''Arrivederci''), essendo così considerato uno smarrito del sistema sovietico nel proprio paese. Mi chiedo allora e chiedo a voi: perché succede questo? Per quanto sembrerebbe difficile, la risposta è del tutto semplice - la mancanza di verticalità di ciascuno di noi. Abbiamo sempre nutrito un rispetto profondo verso lo ''starşii brat'' (fratello maggiore), che, una volta entrato in casa, è diventato pure sovrano. 
Chiedendo al tabaccaio di darmi la rivista ''Literatura si arta'', ricevo la risposta secca: "Netu" (Non c'è). 
-Come "netu", se ha il settimanale proprio davanti di se? 
A questo punto, me lo butta dicendomi tra i denti: "Tri rubli'' ( Tre rubli). 
- Si vende in rubli, non i lei?
- A kakaia tebe raznita? (Ma che differenza c'è?)

Entro allora in un minibus dove sento dallo stereo "Krasnaya Kalina, Kalina ...." (canzone russa). Chiedo al conducente perché tiene il volume cosi alto e per di più la canzone è in russo". Al che mi risponde: "Non ti piace, non ascoltare". e
- Ma mi dà fastidio!
- E allora? Se gli altri non dicono nient, vuol dire che la musica piace ...

Ho cercato di spiegargli, ma non voleva né sentire, né capire.

Camminando lungo la strada, leggo pubblicità e iscrizioni sulle porte dei negozi e delle istituzioni statali - tutte nella lingua dei cosidetti "discriminati".
I giovani dicono, salutandosi : «Davai, poka"  (Ciao, a presto) oppure "Hai, davai" e altre "perle", tutte in russo. 
Si fa grave la facenda quando senti queste "formule'' da studenti, cioè futuri professionisti, che non possono ridare nemmeno un pensiero senza usare queste parole "parassita". Anche al prestigioso PRO TV (posto della televisione moldava) ho l'impresione che la maggior parte degli intervistati sono analfabeti e fanno parte dalla categoria dei "discriminati". Ma non ci sono proprio in questo paese persone che parlano un rumeno fluido e che possono rispondere ad alcune domande?
I miei colleghi, in presenza di un parlante di russo, per non fargli sentire "discriminati", si adeguano alla lingua di questi, umiliandosi nel loro paese.
Stesso problema - la mancanza di verticalità e di orgoglio nazionale. Solo in un tale paese il sistema comunista è a casa sua. Divisione, assenza di cultura, mancanza di coscienza nazionale: è lì che si nasconde il germe che ci contamina e che alla fine ci distruggerà.
Dobbiamo lottare con la nostra propria "discriminazione" nel nostro proprio territorio e dobbiamo essere degni di un lingua che ci appartiene!

Perché noi lo meritano!
ŞCERBINA Romeo, MD

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Ultimo aggiornamento Mercoledì 21 Luglio 2010 11:17
 


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