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Padova, moldavo in coma diventa regolare e ora deve pagare 14 mila euro all'Asl PDF Stampa E-mail
Scritto da Natascia   
Venerdì 21 Gennaio 2011 15:11


      PADOVA. Hana e Nicolae Cretu erano venuti a Padova nel 2004 per realizzare il «sogno italiano» dalla Moldavia, dove guadagnavano appena 150 euro al mese. Abitavano insieme in via Pietro Bembo, nel quartiere Crocifisso. Lei badante, lui senza permesso di soggiorno, dipendente di una ditta di traslochi. Stavano sempre assieme, finché il sogno si è spezzato alle 4 del pomeriggio del 16 ottobre 2007.
      Nicolae, dopo aver terminato il lavoro, viene travolto da un'automobile guidata da un padovano mentre attraversa, in sella alla sua bici, la strada dalle parti di Voltabarozzo. Trauma cranico plurimo e ferite su varie parti del corpo. La drammatica corsa dell'ambulanza verso l'ospedale di Padova è inutile. Da quel giorno, cioè da tre anni e tre mesi, Nicolae è ancora in coma irreversibile e vive in stato vegetativo. Hana lo va a trovare quasi ogni giorno. Lui non parla, ma dialoga ugualmente con gli occhi con la compagna. Nel frattempo, la badante inizia una lunga battaglia affinché si faccia giustizia. Cambia tre avvocati pur di riuscire a portare in tribunale l'investitore, accusato di gravi lesioni colpose, ma sino a oggi l'automobilista non si è mai presentato davanti ai giudici. Sul fronte del risarcimento per il danno subìto, poi, non ha ancora incassato un centesimo. E più che passa il tempo e più la situazione familiare diventa insostenibile. Alcuni mesi fa, poi, è sopraggiunta la beffa che non si sarebbe mai sognata. Appena riesce a far ottenere a Nicolae il permesso di soggiorno per cure mediche, l'azienda ospedaliera invia ad Hana la richiesta di pagare circa 14 mila euro per onorare i primi quattro mesi di lungodegenza in ospedale. Intanto, lei fa sempre più fatica a sbarcare il lunario. Quasi tutti i (pochi) soldi che guadagna li spende per accudire al meglio il suo compagno e per pagare gli avvocati e le pratiche che servono per cercare di ottenere giustizia.
      «Non mi resta altro che lanciare un appello alle persone di buon cuore, e in particolare agli avvocati e agli esperti di diritto alla salute, per risolvere i miei grandi problemi - dice disperata la giovane donna moldava - Dove vado a prendere adesso quei 14 mila euro che l'Asl mi chiede di pagare? A questo punto rischio di cadere in depressione e di non risollevarmi più».
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Ultimo aggiornamento Venerdì 21 Gennaio 2011 18:01
 


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