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Comunitatea moldovenilor din Italia 2022 PDF Imprimare Email
Scris de Inga   
Marţi, 21 Iunie 2022 16:21

Zielele trecute, Ministerul Muncii si a Politicilor Sociale din Italia a publicat raportul referitor la prezenta concetatenilor nostri pe teritoriul Italiei.

La Direzione Generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è impegnata da oltre un decennio a restituire un’informazione chiara e puntuale sul fenomeno migratorio, nella convinzione che a partire da una conoscenza basata su evidenze numeriche possa essere evitata una lettura distorta e possano essere fornite risposte più efficaci in termini di politiche pubbliche. Un obiettivo quanto più importante, in questo specifico momento storico, vista la necessità di comprendere e analizzare sino in fondo l’impatto economico e sociale che ha avuto la crisi pandemica sulle condizioni di vita delle fasce più vulnerabili della popolazione, come i cittadini migranti. Diversi sono gli strumenti che la DG mette in campo per approfondire le principali dimensioni del fenomeno migratorio nel nostro Paese: il Rapporto nazionale sui migranti nel Mercato del lavoro italiano, quest’anno alla undicesima edizione, i Rapporti sulla presenza dei migranti non comunitari nelle 14 città metropolitane italiane, alla loro sesta edizione, i rapporti semestrali di monitoraggio sulla presenza nel territorio nazionale dei minori stranieri non accompagnati e i Rapporti nazionali sulle principali Comunità straniere, giunti quest’anno alla decima edizione.

 

CENNI STORICI

La comunità moldava rappresenta una delle collettività straniere con minore anzianità migratoria tra quelle stabilitesi nel nostro Paese, i cui primi ingressi sono databili alla fine degli anni ’90 dello scorso secolo. Nello specifico, la crisi economica che ha investito la Moldova tra il 1998 e il 1999 spinse una considerevole fetta della popolazione a migrare verso l’Europa, e quindi anche in Italia, alla ricerca di un lavoro e di condizioni di vita più stabili. I primi Paesi raggiunti furono quelli dell’Europa Orientale (Russia, Israele, Turchia e Ucraina), mentre nell’Europa Occidentale si privilegiarono le aree mediterranee (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia). Soprattutto l’Italia è stata al centro del flusso di emigrazione dalla Moldova, arrivando a rappresentare in breve tempo il secondo Paese, dopo la Russia, per numero di cittadini moldavi ospitati. Le migrazioni verso il nostro Paese furono motivate da diversi fattori: in primis la prossimità geografica e la relativa facilità nel raggiungere i confini italiani; l’elevato livello di benessere e la migliore qualità della vita in Italia; l’origine neolatina che le due lingue condividono nonché la vicinanza con la cultura romena, di cui l’Italia ospitava un gran numero di immigrati1 . A partire dal 2002, con la procedura di regolarizzazione degli immigrati irregolari favorita dalla legge 189/2002 (cd. Bossi-Fini), i moldavi in Italia si affermarono tra le prime dieci collettività non comunitarie per numero di presenze, passando da poco meno di 7 mila unità nel 2001, a più di 36 mila nel 2004. Nel corso degli anni successivi, il numero di cittadini moldavi ha subito un progressivo incremento, superando la quota di 150 mila nel 2014.

 

 

La comunità si caratterizza per una significativa concentrazione nella fascia di età più adulte: il 38% circa ha un’età superiore ai 45 anni (a fronte del 31% circa rilevato sul complesso dei non comunitari). Colpisce in particolare la forte presenza di donne mature: circa il 17% delle donne moldave ha un’età superiore ai 60 anni, a fronte del 6% degli uomini. Tale dato può essere letto anche come un segnale di progressiva stabilizzazione sul territorio; non si tratta infatti di protagonisti di migrazioni recenti (generalmente giovani), quanto piuttosto di persone giunte in concomitanza con i primi flussi in entrata, o che si sono ricongiunte ai propri familiari8 .

Inferiore alla media dei non comunitari è la presenza di minori, pur rappresentando la classe di età prevalente nella comunità in esame: 17,4%, a fronte del 22,1% del totale dei cittadini extra UE. Si tratta di un dato da collegare alla debole presenza di nuclei familiari. I circa 20mila minori moldavi rappresentano il 2,7% dei minori non comunitari presenti in Italia al 1° gennaio 2021. La comunità risulta seconda solo alla comunità ucraina per la più bassa incidenza di minori.

 

In linea con l’andamento decrescente delle nascite in Italia, la comunità in esame fa rilevare un calo delle nascite di oltre 10 punti percentuali: da 1.202 del 2018 a 1.079 del 20199 . Complessivamente nel corso degli ultimi 10 anni sono nati oltre 562mila bambini con cittadinanza non comunitaria in Italia, più di 15mila (il 2,7%) di cittadinanza moldava. Infine, il tasso di natalità (8,5%) della comunità è significativamente inferiore a quello rilevato sul complesso della popolazione non comunitaria (14%), seppur comunque superiore a quello registrato per la popolazione autoctona (6,5%).

 

 

Come accennato, l’analisi della tipologia dei permessi di soggiorno, conferma l’avanzato grado di stabilizzazione raggiunto dalla comunità: la quota di lungosoggiornanti13 al suo interno al 1° gennaio 2021 è, infatti, pari al 80,6%, una percentuale superiore a quella rilevata sul complesso dei non comunitari di oltre 15 punti percentuali. La comunità moldava è, tra le principali non comunitarie, prima per incidenza di lungosoggiornanti. Tuttavia, mentre per il complesso della popolazione non comunitaria in Italia si registra una crescita della quota di lungosoggiornanti (da 63,1% a 64,4%) nell’ultimo anno.

 

MOLDAVI A SCUOLA

La presenza sempre più evidente di minori stranieri nelle scuole, frutto della crescita dei nuclei familiari, accompagna i segnali di stabilizzazione dei migranti in Italia. Alla scuola spetta il compito di promuovere percorsi di conoscenza e comprensione per avvicinare gli alunni stranieri alla nuova cultura, favorendo anche l’inserimento nel tessuto sociale locale delle famiglie, che spesso iniziano a stabilire relazioni sociali nella comunità in cui risiedono proprio attraverso le istituzioni scolastiche.

In riferimento alla comunità moldava gli studenti iscritti all’anno scolastico 2020/2021 sono 25.562, pari al 3,7% della popolazione scolastica non comunitaria nel suo complesso. Rispetto all’anno scolastico precedente il numero degli alunni della comunità in esame ha conosciuto un lieve calo (-1,7%), superiore comunque a quello rilevato per il totale degli alunni non comunitari (-0,4%). Il numero degli iscritti è calato soprattutto nella scuola dell’infanzia (-8,1%), mentre in misura piuttosto analoga è diminuito nella Secondaria di Primo grado (-1,5%) e nella Primaria (-1,2%); crescono invece gli alunni moldavi nella Secondaria di secondo grado (+1,5%). L’incidenza degli studenti appartenenti alla comunità in esame sul totale degli alunni non comunitari è simile in tutti gli ordini scolastici, ma registra un valore lievemente superiore nella scuola Secondaria di secondo grado, dove è di cittadinanza moldava il 4,3% degli iscritti.

È invece la scuola primaria ad accogliere la percentuale più alta di studenti moldavi, con un’incidenza leggermente inferiore a quella relativa agli alunni non comunitari complessivamente considerati (34,7% contro 36,3%). Rispetto alla distribuzione di genere della popolazione scolastica moldava, si registra un sostanziale equilibrio: le studentesse sono il 50,4%, un dato significativo se commisurato a quello registrato sul totale degli studenti extra UE (48%), raggiungendo il 53,6% nella scuola Secondaria di secondo grado.

Nell’ambito dell’istruzione universitaria, invece, si registra un lievissimo incremento della presenza di studenti moldavi (+0,4%) iscritti all’anno accademico 2020/21 ai corsi di laurea biennale o triennale in Italia.

Si tratta di 2.495 studenti che rappresentano il 3,1% degli studenti universitari non comunitari.

 

 

COVID

 

 

2021 - Rapporto Comunità moldava in Italia

 

Al di là di quanto emerge dai dati relativi alla comunità in esame, è importante rilevare come il complesso della popolazione non comunitaria sia scarsamente interessata dalle pensioni (previdenziali e assistenziali), soprattutto in ragione di un’età anagrafica sostanzialmente più bassa rispetto alla popolazione autoctona: solo un esiguo 0,4% del totale delle pensioni IVS erogate (invalidità, vecchiaia e superstiti) riguarda cittadini extra UE, incidenza che raggiunge il 2,7% per quel che riguarda le pensioni assistenziali35. Al contrario, proprio in virtù di un’età media piuttosto bassa e di una presenza consistente di nuclei familiari, i cittadini non comunitari sono maggiormente interessati dalle misure di sostegno alle famiglie: circa il 9% dei percettori di maternità e il 13,3% dei beneficiari di assegni al nucleo familiare è di nazionalità extra UE.

Vale la pena soffermarsi sull’alta incidenza dei nuclei familiari non comunitari tra chi ha ricevuto una delle tre forme di Reddito di Emergenza, un quarto circa rispettivamente per il REM ex dl 34/2020 (23,6%) e quello ex dl 104/2020 e dl 137/2020 (il 25% esatto), che raggiunge addirittura il 40% per il REM istituito con il dl 137/2020. Si tratta di un dato che – visti i requisiti richiesti per accedere a tale misura di sostegno alle famiglie – deve far riflettere sulla grande vulnerabilità della popolazione migrante e sull’aggravamento del rischio di povertà provocato dalla crisi economica legata all’ondata pandemica.

Come si evince dalla tabella 5, per la comunità moldava emergono importanti segnali di integrazione nel tessuto socio-lavorativo italiano, come dimostrano i dati relativi alla fruizione di alcune misure assistenziali e in particolare alle integrazioni salariali: il 3,7% dei percettori non comunitari di queste misure è moldavo, percentuale che sale al 3,9% nel caso di CIGO, con un’incidenza analoga nel caso di CIGO determinata da COVID. La comunità è inoltre interessata in modo particolare dalle pensioni IVS, dove il 4,7% dei beneficiari extra UE è un cittadino moldavo. La percentuale raggiunge il 6,2% nel caso delle pensioni per vecchiaia, in linea con l’elevata incidenza di classi di età più avanzata nella comunità.

Ulteriore segnale del buon livello di integrazione della comunità moldava è l’alta incidenza di indennità per maternità, indice della presenza di nuclei familiari e dell’inserimento nel mercato del lavoro delle donne della comunità: in questo caso, le 1.823 percettrici di nazionalità moldava rappresentano il 7% delle percettrici non comunitarie. Sono invece 768 i moldavi percettori del congedo parentale COVID ex d.l.18/2020 e d.l. 34/2020, il 6,5% di tutti i percettori non comunitari di questa misura eccezionale prevista per sostenere i nuclei familiari durante la crisi pandemica e fruibile dai genitori con figli fino a 12 anni a carico.


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Ultima actualizare în Marţi, 21 Iunie 2022 16:49
 


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