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Sei colf su 10 faticano ad avere un contratto regolare PDF Stampa E-mail
Scritto da Darii Sined   
Domenica 18 Luglio 2010 18:48

Il 61,8% delle colf e badanti lavora in modo irregolare. Il 39,2% è totalmente in nero, mentre il 22% si districa in una giungla fatta di rapporti illeciti dal punto di vista contributivo, spesso con versamenti inferiori rispetto all'orario effettivamente lavorato. La rilevazione arriva da un'interessante studio del Censis, in collaborazione con il ministero del Welfare, «Dare casa alla sicurezza. Rischi e prevenzione per i lavoratori domestici», presentato, al Cnel, che evidenzia come al Sud il livello di irregolarità salga al 72,7%, con il 58,8% dei collaboratori domestici che dichiarano di essere totalmente irregolari e il 13,9% parzialmente irregolari.

In termini di evasione contributiva, su 100 ore lavorate sono soltanto 42,4 quelle per cui vengono effettivamente versati i contributi. Quasi 6 ore di lavoro su 10 risultano quindi prive di qualsiasi forma di copertura previdenziale, al di fuori del quadro di regole, tutele e garanzie previste dalla legge. Il fenomeno dell'irregolarità colpisce maggiormente i lavoratori giovani (è totalmente irregolare il 56,3% degli under 30 anni) e inesperti. Inoltre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sono gli italiani a essere maggiormente coinvolti nel fenomeno: il 53,9% lavora completamente in nero contro il 34,7% degli stranieri.

Dallo studio del Censis, emerge poi come siano 2 milioni 412mila le famiglie che ricorrono ai servizi dei collaboratori domestici, nel 90% dei casi in modo esclusivo. Un esercito il cui numero in questi ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale, ed è arrivato nel 2009 a quota 1 milione 538mila, con un aumento, grazie anche all'effetto regolarizzazione, di 50mila unità rispetto all'anno precedente.

Donna, giovane, immigrata, è il profilo medio del lavoratore domestico che emerge dall'indagine, condotta su un campione di 997 lavoratori. Il 71,6% dei collaboratori è infatti composto da stranieri, provenienti in prevalenza dall'Europa dell'Est, Romania (19,4%), Ucraina (10,4%), Polonia (7,7%) e Moldavia (6,2 per cento). Ma sono numerosi anche i Filippini (9 per cento). Il 51,4% ha meno di 40 anni.

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