Sabato 03 Aprile 2010 17:53 |
L'Avan, 30 mar (PL) 'Oltre 25 miglia affettate persona dall'esplosione della Chernobil centrali nucleari di Stati Fino ad Oggi SONO puro di Cuba. Il Direttore ha informato corrispondente del Programma medico, dottore Julio Medina. "Lo stand maggioranza dei Bambini SONO TRATTATI Dalla pazienti origine Moldavia e dall'Ucraina Dalla Bielorussi" ha spiegato Medina del Progetto NEL compiersi 20 Anni della Rivoluzione concepito Dal leader, Fidel Castro.
"Cono di Carattere umanitario e gratuito, IL Programma e basato sull'asistenza sanitarie integrate ed include Psicologica riabilitazione, balanciata Alimentazione, Attività culturali, lo specialista ha affermato risaltato INOLTRE Che ha venuto donna in Presenza della Forza Nello Sviluppo di tempo condensato importante Programma.
Medina ricevere pazienti Che ha ricordato Accolti soffrivano per lo Più di oncoematologiche affezioni causate radiazione Dalla, mi siedo SONO ANCHE problemi di assistenza con vari singoli, tiroide venire, affezioni del sistema endocrino, Ortopediche digerente.
"Tutte le Malattie personale di chi soffre SONO trattate, contenenti un alto livello è di grande Impatto" Nella risoluzione ed un "saluto degli individuali, ha indicato.
"Durante 20 Anni, persino Più difficili Economiche Nelle condizionata, Cuba ha finanziato l'asistenza è Mantenuto specializzata. In Quel PERIODO SONO ed eseguiti sei trapianti di Midollo Osseo, a causa di rene e 14 interventi chirurgici cardiovascolari, TRA gomma Trattamenti Molt, ah Segnalato Medina.
Nell'alba del 26 aprile 1986 un'esplosione reattore dell'impianto del quarto di Chernobil, in Ucraina, ha Sparso all'atmosfera 200 tonnellate contiene un nucleare di radioattività di 50 milioni di curiosi.
Quattro Anni Più tardi, I 29 marzo 1990, SONO Alla Nazionale Cubana arrivo e ricevere 137 pazienti.
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Sabato 03 Aprile 2010 17:16 |
Ha 42 anni, Natasha. L’ho conosciuta a casa d’una vecchia zia. Fa la badante. Una delle 350 mila donne moldave che hanno deciso di lasciare la loro famiglia laggiù per cercare un po’ di fortuna all’estero e così sbarcare il lunario in qualche modo, sopravvivere alla brutta storia d’un impero collassato dopo un’infausta decadenza. Bisognava pur riuscire a far studiare i due figli, amati figli, amatissimi! Natasha veniva dalla campagna settentrionale del Paese, non distante da Chişinau, la capitale: in Moldova tutto è vicino. Si coltivano un po’ di barbabietole, un po’ d’uva, un po’ di qualcos’altro. Un po’ di tutto e un po’ di niente, senz’altro lavoro, cioè la fame o poco ci manca. A 17 anni s’era sposata con Anton, un pezzo d’uomo, un duro, uno che non usava parole dolci, non era cosa conveniente per un uomo. L’aveva messa incinta subito dopo le nozze, quasi brutalmente. Così come brutale le era subito apparsa la suocera, una megera non per natura ma perché bastonata dalle intemperie e dalle burrasche d’una vita di miseria “alla sovietica”. Miseria di beni materiali ma soprattutto spirituali. Studiava e lavorava, Natasha, per mantenere il suo uomo nullafacente e il piccolo fringuello che aveva messo al mondo nelle lacrime sette mesi dopo il matrimonio. Il suo Anton già la tradiva con altre donne e, soprattutto, con altre bottiglie. La pestava, la batteva. L’unica cosa che Natasha chiedeva alla suocera era di dare un’occhiata al suo piccolo: la mattina lo lasciava nel seggiolone con tre biberon di latte per la giornata. Ma la sera tornava a casa e il latte era sparso per terra, mescolato alla pipì e alla popò del piccolo in lacrime, caduto per terra. Mise al mondo pure un bimba, poi fuggì. Piena di ecchimosi e ferite, nell’anima e nel corpo. Emigrò in Italia, faceva la fame. Andò in una città del Centro: altre ferite, altre emarginazioni, altri soprusi. Salì un po’ più al Nord, trovò rifugio in una casa di accoglienza di certe suorine che vivevano di carità ricevuta e di carità data. Pure lei s’inserì in quella pratica cristianissima. Era ortodossa, ma non aveva difficoltà a dirsi cattolica, «Gesù è lo stesso, Dio è lo stesso, perché dividersi?». Trovò un lavoretto, poi un secondo, un terzo, un quarto. Trovò mia zia, un’anziana vedova, sorridente e generosa. Una nuova madre. Si sentì subito una nuova figlia. L’assisteva la notte, la portava a messa e a far la spesa, la consigliava e si faceva consigliare. Studiò di nuovo, lei che era maestra, e diventò infermiera. Una rinascita. Ebbe persino la forza di operare un ricongiungimento familiare, non solo coi due figli ormai grandicelli, ma addirittura col marito. Potenza dell’amore coniugale, riuscì a strapparlo ad un devastante alcolismo e indurlo a cercare e trovare un lavoro da muratore. Appena rimesso in piedi, morì d’infarto. «Ma l’ho spedito in cielo pulito pulito, senza una macchia, com’era nato». Pietro Parmense
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Sabato 03 Aprile 2010 12:36 |
Liderii Alianţei pentru Integrare Europeană (AIE), aflată la guvernare în Republica Moldova, au decis vineri să opteze pentru modificarea Constituţiei în Parlament astfel încât preşedintele ţării să fie ales direct de popor, informează PRO TV Chişinău.
În urma dezbaterilor şi a unei serii de dispute, cei patru lideri ai Alianţei au hotărât să modifice doar un articol din actuala Constituţie, cel privind alegerea preşedintelui. Astfel, în urma modificărilor, şeful statului ar urma să fie ales direct de popor şi nu de Parlament.
Deputaţii comunişti vor însă ca preşedintele să fie ales de Parlament, în cel mult trei tururi de scrutin şi cu minim doi candidaţi înscrişi în cursă. În turul trei, ar urma ca preşedintele să fie ales cu majoritatea simplă, adică prin votul a minim 52 de deputaţi din totalul de 101.
Modificarea Constituţiei a stârnit controverse în ultimul timp. S-a propus chiar adoptarea unei noi Constituţii însă propunerea nu a fost susţinută nici de membrii Alianţei şi nici de Comisia de la Veneţia, care a sugerat modificarea articolului 78 din Constituţie, dizolvarea Parlamentului după 16 iunie şi organizarea alegerilor anticipate.
În Republica Moldova, în prezent, Parlamentul este responsabil cu alegerea şefului statului, fiind necesară pentru acest lucru o majoritate de 61 de deputaţi din totalul de 101.
În 2009, Parlamentul care fusese ales în aprilie şi dominat de Partidul Comuniştilor nu a putut alege un nou preşedinte, din cauza lipsei unei majorităţi.
Alegeri legislative anticipate au urmat în iulie, acestea fiind câştigate de o coaliţie de partide proeuropene, însă nici această alianţă nu dispune de majoritatea necesară alegerii preşedintelui ţării, astfel că Republica Moldova este prezidată din vară de un şef de stat interimar, preşedintele Parlamentului Mihai Ghimpu. mediafax.ro/externe
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Venerdì 02 Aprile 2010 11:56 |
Il prossimo 5 aprile entrerà in vigore la nuova legislazione comunitaria in materia di visti di breve durata, che armonizza le norme e le prassi degli Stati della zona Schengen, della quale fanno parte ventidue paesi membri dell'Ue (tutti tranne Gran Bretagna e Irlanda e al momento Bulgaria, Romania e Cipro), più Norvegia, Islanda e Svizzera. “Le condizioni per il rilascio dei visti ai cittadini di paesi terzi diventeranno più chiare, precise, trasparenti ed eque”, ha dichiarato Cecilia Malmstrom, commissario per gli Affari interni. Il codice, adottato nel giugno scorso dal Consiglio europeo e dal Parlamento, contiene disposizioni generali per la determinazione del paese membro competente per l'esame delle domande di visto e prevede uno snellimento delle procedure. L'importo generale dei diritti è di sessanta euro, che si abbassano a trentacinque per i bambini tra i sei e i dodici anni e per “i cittadini dei paesi terzi con cui l'Ue ha concluso accordi di facilitazione e di riammissione”. Fra questi vi sono la Bosnia-Erzegovina, l'Albania, la Moldova e la Russia. Si accorciano e diventano più certi anche i tempi per il rilascio: due settimane massimo per ottenere una risposta, che in caso di rifiuto dovrà d'ora in poi essere sempre motivata.
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