Roma, 13 lug. (Labitalia) - Donna, giovane, immigrata: è questo il profilo del lavoratore domestico che emerge dall'indagine Censis 'Dare casa alla sicurezza. Rischi e prevenzione per i lavoratori domestici', condotta su un campione di 997 lavoratori, con il contributo del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e presentata oggi nella sede del Cnel. Secondo l'indagine, il 71,6% dei collaboratori è infatti rappresentato da stranieri, provenienti in prevalenza dall'Europa dell'Est, Romania (19,4%), Ucraina (10,4%), Polonia (7,7%) e Moldavia (6,2%), ma sono numerosi anche i Filippini (9%). Da quanto emerge dalla ricerca, più di 8 collaboratori su 10 sono donne, presenza che si mantiene costante sia tra gli italiani che tra gli stranieri, mentre, per quanto riguarda l'età, emerge un profilo piuttosto giovane, soprattutto tra la componente straniera: il 15,8% ha meno di 30 anni, il 51,4% meno di 40 (tra gli stranieri la percentuale sale al 57,3% contro il 36,5% degli italiani) e soltanto il 17,5% è al di sopra dei 50 anni. Per il Censis, quella del collaboratore domestico è una professione che implica un impegno stabile, tendenzialmente permanente, e che negli ultimi anni ha permesso l'accesso al mercato di quote sempre più rilevanti di lavoratori soprattutto stranieri. E' indicativo, da questo punto di vista, che l'anzianità professionale, come già intuibile dall'età anagrafica, sia abbastanza bassa, attorno ai 7 anni, con il 33,1% dei lavoratori che svolge tale mestiere da meno di 4 anni, il 26,1% da 5-6 anni e solo il 17,3% da oltre 10 anni. La provenienza spacca fortemente il campione, e mentre tra gli italiani l'anzianità professionale è più alta (ben il 32,7% svolge la professione da oltre 10 anni), tra gli stranieri si abbassa notevolmente, con il 38,7% che lavora come colf o badante da meno di 4 anni. Ulteriore segno di 'professionalizzazione' dei collaboratori, secondo il Censis, è anche l'emergere di una logica di lavoro sempre più orientata al mercato. Se la maggioranza dei collaboratori (il 55,4%) lavora per una sola famiglia 'committente', vi è una quota consistente che al contrario lavora per più di una famiglia: il 15,4% per due, il 13,6% per tre, il 9,8% per 4 e il 5,7% per più di quattro. Anche in questo caso, si riscontrano differenze importanti tra gli italiani e gli stranieri, con la tendenza di questi ultimi a lavorare stabilmente per una sola famiglia (lo fa il 58,1% contro il 48,6% degli italiani).
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