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Arrestati sfruttatori dell'Est: alle vittime un corso accelerato di prostituzione PDF Stampa E-mail
Domenica 18 Luglio 2010 18:55

In manette a Firenze un uomo e una donna che portavano in Italia ragazze moldave. Nelle perquisizioni ritrovati un manuale e addirittura un vocabolario su come intrattenere i clienti.

Un vero e proprio manuale della prostituzione con addirittura un minivocabolario, che riportava frasi e termini ricorrenti, tipo: «Più tempo, più soldi». Questo il «servizio» offerto da un albanese di 29 anni e da una moldava di 28 alle donne arrivate a Firenze dall'Est per essere avviate all'attività. I due sono stati arrestati dalla squadra mobile. Per loro le accuse sono reclutamento all'estero di persone da costringere alla prostituzione, sfruttamento della prostituzione e fabbricazione di documenti di identità contraffatti.
In base a quanto ricostruito dagli investigatori, i due fanno parte di un'organizzazione ben strutturata. Alle ragazze, tutte moldave, venivano forniti falsi documenti d'identità romeni. Quindi, su un minivan raggiungevano prima Milano e poi Firenze, dove venivano affidate alla ragazza moldava, una ex prostituta, e allo sfruttatore albanese.
Prima di iniziare l'attività, spiegano i poliziotti, le ragazze affrontavano un periodo di «training», durante il quale erano istruite su come comportarsi e sui vocaboli da usare con i clienti. Nelle perquisizioni sono stati trovati anche i vocabolari fai-da-te. La quota destinata alle prostitute era pari al 20% del denaro guadagnato, anche diverse centinaia di euro a serata. Per il reclutamento delle vittime della tratta veniva utilizzato un sistema a piramide: le giovani già «arruolate» contattavano amiche in Moldavia per indirizzarle in Italia.

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Sei colf su 10 faticano ad avere un contratto regolare PDF Stampa E-mail
Domenica 18 Luglio 2010 18:48

Il 61,8% delle colf e badanti lavora in modo irregolare. Il 39,2% è totalmente in nero, mentre il 22% si districa in una giungla fatta di rapporti illeciti dal punto di vista contributivo, spesso con versamenti inferiori rispetto all'orario effettivamente lavorato. La rilevazione arriva da un'interessante studio del Censis, in collaborazione con il ministero del Welfare, «Dare casa alla sicurezza. Rischi e prevenzione per i lavoratori domestici», presentato, al Cnel, che evidenzia come al Sud il livello di irregolarità salga al 72,7%, con il 58,8% dei collaboratori domestici che dichiarano di essere totalmente irregolari e il 13,9% parzialmente irregolari.

In termini di evasione contributiva, su 100 ore lavorate sono soltanto 42,4 quelle per cui vengono effettivamente versati i contributi. Quasi 6 ore di lavoro su 10 risultano quindi prive di qualsiasi forma di copertura previdenziale, al di fuori del quadro di regole, tutele e garanzie previste dalla legge. Il fenomeno dell'irregolarità colpisce maggiormente i lavoratori giovani (è totalmente irregolare il 56,3% degli under 30 anni) e inesperti. Inoltre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sono gli italiani a essere maggiormente coinvolti nel fenomeno: il 53,9% lavora completamente in nero contro il 34,7% degli stranieri.

Dallo studio del Censis, emerge poi come siano 2 milioni 412mila le famiglie che ricorrono ai servizi dei collaboratori domestici, nel 90% dei casi in modo esclusivo. Un esercito il cui numero in questi ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale, ed è arrivato nel 2009 a quota 1 milione 538mila, con un aumento, grazie anche all'effetto regolarizzazione, di 50mila unità rispetto all'anno precedente.

Donna, giovane, immigrata, è il profilo medio del lavoratore domestico che emerge dall'indagine, condotta su un campione di 997 lavoratori. Il 71,6% dei collaboratori è infatti composto da stranieri, provenienti in prevalenza dall'Europa dell'Est, Romania (19,4%), Ucraina (10,4%), Polonia (7,7%) e Moldavia (6,2 per cento). Ma sono numerosi anche i Filippini (9 per cento). Il 51,4% ha meno di 40 anni.

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La studentessa più brava? E' mamma e studia di sera PDF Stampa E-mail
Domenica 18 Luglio 2010 16:52

E' la studentessa con i voti più alti di tutta Parma ed è  mamma di un bambino di 15 mesi. Si chiama Inga, ha 23 anni e studia al Bodoni.
La sua pagella è tutta di «10», tranne due «9», in italiano e storia.

 


Ha finito la terza del corso serale con la media più alta tra gli studenti delle superiori di Parma (9.75), facendo la spola tra i libri e l’allattamento del piccolo Maxim.
«Ho iniziato la scuola quando lui aveva sei mesi - dice Inga guardando il figlio - i primi tempi facevamo più fatica, perché tornavo a casa per dargli il latte e poi ripartivo. Altre volte era mio marito che prendeva il bimbo e lo portava da me, al Bodoni. Una volta l’ho allattato davanti a scuola, in auto. Dopo, a gennaio si è abituato. Se sono stata brava è tutto merito di mio marito, Vitalie, che mi è sempre stato vicino».
Inga Cotuc è nata a Baltic, in Moldavia ha finito il liceo, ma in Italia è ritornata sui banchi di scuola.
«Sono arrivata qui quattro anni fa, a 18 anni. - racconta - ho lavorato come barista e vorrei lavorare in ufficio, fare quello per cui ho studiato».
La scelta di tornare in aula non è stata semplice: «All’inizio ero indecisa, per il bimbo. Poi il preside mi ha convinto: mi ha detto che non è il figlio a dovere gestire la mamma, ma la mamma che deve gestire il figlio. Mio marito stava a casa con Maxim di sera e di giorno ci stavo io».
La scuola serale inizia alle 19.30 e finisce alle 23.30. «E' stata una mia amica, Inga, a consigliarmi il Bodoni. I professori sono molto bravi a spiegare e sono pazienti - spiega la studentessa modello -. Il professor Schirippa insegna economia aziendale in un modo molto efficace e molto comprensibile, sono tutti speciali, ora mi vengono in mente la professoressa Bassi di italiano e il professor Zimbalatti di informatica».
Nella sua classe c'è un’altra ragazza con ottimi voti, Lucia, ha trentadue anni e si è rimessa a studiare in terza superiore, anche se in Moldavia ha finito l’università.
Le materie preferite da Inga sono economia aziendale e informatica, ma la giovane studentessa ha anche una grande passione per Dante e la «Commedia» che Boccaccio definì «Divina».
«Nel primo semestre non ho preso il massimo dei voti - ricorda l’allieva - i risultati, che neanche io mi aspettavo, sono arrivati nel secondo semestre».
Non è facile studiare e concentrarsi con il piccolo Maxim, e non lo è in genere con un bambino di un anno e mezzo: «Io studio quando dorme - dice Inga - leggo quando andiamo fuori, in giardino, al parco: lui gioca e io tengo in mano un libro, poi studio appena posso, nell’intervallo tra una lezione e l’altra».
«Devo molto anche a mia mamma Elena, che ci ha aiutato ogni volta che avevamo bisogno. Sono orgogliosa della mia famiglia, di mio figlio e di mio marito, sono la cosa più bella che c'è. Mi sono sposata qui a Parma, nella chiesa ortodossa, qui è nato mio figlio e qui ho vissuto giorni meravigliosi».

 

fonte: Gazzetta Di Parma

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“Guerra del vino” tra Russia e Moldova PDF Stampa E-mail
Domenica 18 Luglio 2010 16:44
Basta col vino della Moldova. Fa schifo e poi, cosa più importante,  i moldavi non ci vogliono bene”. Questo è il senso, se non la lettera, del comunicato con cui il governo di Mosca ha preannunciato il prossimo blocco delle importazioni di vino dalla Moldova, citando problemi di qualità del prodotto e lasciando ampiamente capire che le difficoltà politiche tra i due paesi, dopo l’arrivo al potere a Chisinau dei nazionalisti filo-romeni, non sono per nulla estranee alla decisione.

I russi, si sa, amano la vodka e, in subordine, la birra. Di entrambi il paese ha una produzione vastissima e anche di qualità; di vino invece se ne consuma tutto sommato poco e quel poco è in gran parte importato perché la produzione locale è modesta sia per quantità che per qualità. In compenso, la disciplina del consumo di vino è diventata in Russia negli ultimi anni una potente arma di politica estera, così come il controllo su tutte le importazioni di prodotti alimentari. La Georgia, prima di finire proprio in una guerra guerreggiata contro Mosca nell’agosto 2008, aveva già sperimentato il blocco “politico” delle importazioni russe di vino e acqua minerale: due voci importantissime del commercio estero georgiano, di cui il grande vicino del nord è sempre stato un cruciale acquirente. Su un’economia piccola e povera come quella di Tbilisi, la mancata esportazione dei pregiati e costosi vini di qualità dai nomi esotici (Mukuzani, Kindzmarauli, Khvanchkara, Saperavi), nonché della famosa ipergassata acqua minerale  Borzhomi, verso il loro mercato più ricco e tradizionale ha voluto dire un colpo molto severo. I produttori georgiani hanno dovuto mettersi alla ricerca di mercati alternativi (ma assai poco ricettivi) in Europa occidentale e negli Usa – mentre altri paesi vinicoli hanno gioiosamente piazzato le loro bottiglie sui banchi dei negozi russi. Ma anche gli Stati uniti, con le loro ben maggiori dimensioni, hanno sofferto dello stesso problema con i periodici e prolungati blocchi imposti dalle autorità russe all’importazione di pollame americano, in coincidenza con fasi critiche dei rapporti politici bilaterali.

E adesso la Moldova. Il Rospotrebnadzor, l’ente statale russo per la difesa dei consumatori, ha annunciato che entro due settimane potrebbe imporre il blocco totale alle importazioni di vino moldavo. Il suo presidente, Gennady Onishchenko, afferma che quasi la metà del vino che arriva in Russia dalla Moldova è di qualità pessima, inferiore agli standard ammissibili. “Roba che va bene per dipingere gli steccati delle vigne”, dice, e che contiene anche sostanze pericolose per la salute dei bevitori. Non si può dire che abbia del tutto torto, in effetti: è vero che nei negozi popolari russi il vino moldavo a basso prezzo è in genere cattivo e spesso risulta adulterato; neppure si può dire che le critiche sulla qualità dei vini moldavi economici siano una novità dell’ultima ora, visto che la fama di questi prodotti, tra i consumatori moscoviti, era già abbastanza cattiva persino in epoca sovietica. Non è un caso che la Moldova non riesca ad esportarne nei paesi dell’Europa occidentale (con le dovute eccezioni: esiste anche una produzione di alta qualità – e prezzo – che arriva anche sulle tavole più raffinate) e che il mercato russo, soprattutto nel suo segmento più povero e popolare, sia tuttora quello principale, assorbendo oltre il 20 per cento dell’intera produzione e contribuendo con ciò a quasi un decimo della bilancia commerciale moldava, che sul vino si basa moltissimo.

D’altra parte, non può essere un caso che il blocco dell’import sia minacciato soltanto ora, dopo la crisi politico istituzionale che ha rimosso dal potere in Moldova il partito comunista (vagamente pro-russo) e il presidente Vladimir Voronin, sostituendoli con una coalizione di partiti liberali e nazionalisti pro-romeni e con il nazionalista Mihai Ghimpu. Quest’ultimo ha subito cercato la rottura con Mosca arrivando fino a proclamare il 28 giugno “Giorno dell’occupazione sovietica” (era il “Giorno della Liberazione”) e rifiutandosi di presenziare a Mosca alle celebrazioni per la vittoria contro i nazisti; la Suprema Corte ha poi annullato il suo decreto, non condiviso neppure dai partiti della sua maggioranza, ma lo strappo ormai era fatto. Ed era facile prevedere che sarebbe stato pagato dai viticoltori.

fonte: ilmanifesto.it

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Un rumeno che lavorava in Italia, è morto di ondata di calore PDF Stampa E-mail
Venerdì 16 Luglio 2010 16:10

Un rumeno di lavoro in un campo nei pressi della città italiana di Verona (a nord) è morto dopo essere diventato malato dal fuoco, è il sito Tgcom, secondo Mediafax. Rumeno di lavoro 37 anni su terreni agricoli nella frazione di San Martino Buon Albergo, che si trova vicino a Verona. La Romania è sul campo con il fratello e ha lavorato nella costruzione di una serra. La vittima è stata trasportata in gravi condizioni in ospedale, ma morì poco. Sembra che la morte è stata causata da temperature più calde che interessano l'Italia. Protezione Civile Italiana ha lanciato oggi un calore a tre livelli di allerta, il più alto per 18 grandi città, comprese Roma e Milano, mentre il Ministero della Salute ha istituito un numero verde gratuito per aiutare le persone. Così, nel nord (Trieste, Venezia, Verona e Genova) a sud, da Napoli, la penisola è sotto l'influenza di massa d'aria molto calda e umida, con temperature intorno ai 5 gradi Celsius superiore a quella media stagione.

evz.ro

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